giovedì 31 maggio 2012

Chi può guidarti fra punti e virgole?



Una recensione di Carlotta Balestrieri, ex-corsista del laboratorio di scrittura per serie tv Serial Writers, a Questo è il punto di Francesca Serafini (Laterza, 2012).



A che cosa servono le virgole?
E i punti?
E le parentesi?
Inciampare in questo marasma di segni senza riuscire a rimettersi in piedi è la prassi normale dello scrittore (o anche, più semplicemente, del lettore curioso). Perché se è vero che possiamo attingere a un’infinità di manuali sulla grammatica che ci accompagnano passo passo nella coniugazione dei verbi, o di vocabolari che ci aiutano nella scelta delle parole, è vero anche che quando si tratta di segni interpuntivi siamo praticamente abbandonati a noi stessi, vittime di regole fumose e spesso non proprio esatte.
L’equivoco che crea tutta questa incertezza, arriva dalla semplicistica affermazione per cui le virgole, per esempio, indicano le pause del respiro. Ma Francesca Serafini – che di linguaggio se ne intende parecchio – ha avuto il buon cuore di gettarsi nel labirinto della punteggiatura per mettere un po’ di ordine e restituirci chiarezza.
 Dopo l’estate passata con le sue lezioni di sceneggiatura nel corso “Serial Writers”, con Questo è il punto (2012, Editori Laterza) Francesca Serafini è tornata a farmi spalancare gli occhi su mondi che, a dispetto delle mie convinzioni, non conoscevo affatto: perché sono sempre i dettagli ad accendere bellezza, e anche la consapevolezza con cui questi dettagli vengono gestiti.
Seguendo le divagazioni dell’autrice, gli approfondimenti che propone, le metafore che illuminano la lettura, mi è sembrato di fare un salto nella memoria del corso, come se – almeno idealmente – potesse continuare. Ma c’è altro.
Questo è il punto nasce dalla competenza di una linguista che è anche sceneggiatrice ed editor, e che per questo mescola riferimenti eterogenei in un libro che si presta a essere letto da tutti. Perché consiglia e non impone, perché accoglie e non respinge mai, neanche chi si trova ad affrontare il tema per la prima volta. Non si tratta di un semplice prontuario sulla punteggiatura di quelli che leggi e ti dimentichi nel giro di due giorni; è una raccolta di esperienze e di consigli atti ad affrontare le inevitabili incertezze che si possono incontrare davanti a un foglio, o allo schermo candido del proprio computer. Ed è una gran fortuna quando tutti i dubbi decidono di mostrarsi gettando ombre sul nostro operato.
Sì, avete capito bene, FORTUNA. Come un contemporaneo Virgilio, JD (il protagonista di Scrubs, la serie televisiva creata da Bill Lawrence), ci accompagna nel libro di Francesca Serafini tra una virgola e un punto, un punto e virgola e una parentesi, insegnandoci, con una metafora che viene in mente nello spirito del libro e del corso, che gli ostacoli sono l’unica, vera e perfetta occasione che abbiamo per superarli.
Questo è il punto.

martedì 22 maggio 2012

I mestieri dell'editoria: IL DIRETTORE EDITORIALE

a cura di Angelantonio Citro, Franco Di Battista e Gabriele Iarusso





Gli allievi del corso Il lavoro editoriale hanno tenuto un ciclo di lezioni alla Scuola Librai di Orvieto sui ruoli che compongono una casa editrice. 
In questa "prima puntata" ci raccontano la figura del direttore editoriale: nelle prossime settimane pubblicheremo anche le lezioni dedicate alle altre figure professionali di una casa editrice.

La struttura organizzativa di una casa editrice è di tipo piramidale. Se ci trovassimo ad analizzare l'organigramma di una grande casa editrice potremmo notare come tutti i ruoli sono ben definiti e ogni attività è altamente specializzata. Più la casa editrice è piccola invece più è facile che ci sia chi si ritrovi a ricoprire più di un ruolo.
I grandi gruppi editoriali inoltre si sono strutturati in modo tale che gli effettivi proprietari (consigli di amministrazione) non mettono praticamente mai piede in casa editrice. La figura del direttore editoriale è dunque è l'ultimo responsabile delle scelte editoriali. I ruoli di un D.E., distribuiti lungo l'intera filiera della produzione di un libro, prevedono sostanzialmente momenti decisionali e di coordinamento.

  1. Prendere decisioni.
Il D.E. è il depositario della costruzione del piano editoriale che è, in sostanza, l’insieme dei libri che si vuol proporre ai lettori.

  1. Coordinamento.
La seconda funzione è quella di coordinare i vari reparti della casa editrice durante l’iter di lavorazione di un libro, a partire dall'acquisizione fino alla messa in vendita passando per la fase di revisione e impaginazione del testo, scelta della copertina e della strategia di comunicazione/pubblicità.

Qualità

Nessuna scuola basta a preparare un D.E. È un lavoro di costante osservazione della realtà, un D.E. di una casa editrice italiana deve sapere cosa pubblicano le altre case editrici simili alla sua, quali sono i nuovi filoni che influenzano il mercato, cosa si pubblica negli altri paesi per tentare di accaparrarsi gli autori migliori prima degli altri.
Inoltre deve tener presente che fare un libro comporta dei costi che devono poter essere assorbiti. Una casa editrice è un’azienda. Un D.E. per continuare a fare i libri che gli piacciono non deve farla fallire.
L’importante, specie nelle piccole case editrici, è che il libro che si sceglie di pubblicare rispetti la linea editoriale, ovvero sia in linea con gli altri libri già pubblicati. Questo perché una casa editrice piccola deve stare molto attenta a rendersi riconoscibile, a crearsi una base di lettori affezionati e a non disattendere le loro aspettative con libri troppo diversi. Una grande casa editrice invece potrà (o meglio dovrà) cercare di pubblicare semplicemente il meglio che c’è sulla piazza (sia letteraria che commerciale).
Per quanto sia un ruolo di grande responsabilità (o proprio per questo) un D.E. non lavora mai da solo. La sua è l’ultima parola, ma arriva solo dopo una o più riunioni con il resto della casa editrice dove ci si consulta e si discute sui libri da pubblicare.
Per chiunque si approcci a questo mestiere sono un punto di riferimento le riunioni che si tenevano alla Einaudi dove intorno al tavolo dell’editore Giulio Einaudi si riunivano figure del calibro di Italo Calvino, Cesare Pavese e Natalia Ginzburg.

Self publishing

L’ebook può vedersi coma la soluzione a parte dei di un editore (tipografia, magazzino ecc....) ma anche di un lettore accanito con librerie stracolme di titoli. Il recente affermarsi di questo formato ha dato nuova linfa al fenomeno del self publishing.
L’autopubblicazione è sempre esistita, ma con l’e-book si ha la possibilità di arrivare a un pubblico potenzialmente molto vasto bypassando i tradizionali filtri e canali dell'editoria classica con una facilità mai sperimentata prima. Casi emblematici e bandiere di questa nuova pratica di pubblicazione sono il sessantenne John Locke e l’americana Amanda Hocking che, dopo vari rifiuti editoriali, hanno deciso di autopubblicare sul circuito di Amazon.com.
Quanto tutto questo cambierà il mondo dell’editoria classica non è ancora chiaro anche perché i dati di vendite col self publishing e con l’ebook in genere fanno riferimento a un giro d’affari ancora molto ridotto. È anche da considerarsi che un autore che scelga la via dell’autopubblicazione se è attento alla qualità potrà benissimo rivolgersi a editor e redattori freelance per rifinire il suo lavoro. Certo in questo caso non ci sarà bisogno di nessun direttore editoriale.