giovedì 18 luglio 2013

Blog dal lavoro editoriale #1: L'Enciclopop

 


Vi presentiamo il primo dei blog nati come esercitazione del corso Il lavoro editoriale: è L'Enciclopop, un'enciclopedia pop su Tumblr dove a definire il significato delle parole sono chiamati scrittori e giornalisti (come Cristiano de Majo, Stefano Sgambati, Giulia Cavliere, Giorgio Vasta), pensato e curato da Gianluca Grappone, Natalia La Terza, Assunta Martinese e Rosanna Pasqualini.

Loro lo descrivono così:

L'Enciclopop nasce dall'idea di far riscrivere brevissimamente ai giovani scrittori e giornalisti che pediniamo le parole che usiamo tutti i giorni. 
Perché con Gatto non intendiamo sempre lo stesso gatto, definire Luce "porzione dello spettro elettromagnetico" fa sbadigliare, perché non ogni Biografia dev'essere un mattone, un Tweet va descritto da chi lo scrive e l'Hamburger da chi lo mangia. E quando diciamo Aeroplano facciamo un occhiolino a Snoopy e uno a Francesco Bianconi. 


Poi il 21 giugno siamo finiti su Repubblica dove ci hanno detto che promettiamo bene. Chi definisce Promessa?

Li trovate su Tumblr e potete seguirli anche su Twitter e Facebook.

martedì 16 luglio 2013

Editing in corso

Pubblichiamo a qualche mese di distanza un breve e lirico diario del workshop di editing che ci ha inviato una nostra corsista: Noemi si è trovata a Roma per il corso con Christian Raimo proprio nei giorni di Natale.


Le parole e il Natale
di Noemi Neri





Tre giorni nella capitale. Vicoli lucidi appena visitati da una fine pioggia, sorrisi.
Nello scantinato di una vecchia libreria, lontano dalla calca delle auto in doppia fila, un gruppo di lettori si scalda con i canti di Natale.
Nuovi volti si posano su questo scenario romano, portano frasi da lontano. Svolto in Piazza del Popolo, le luci dell'albero troneggiano maestose sfiorando le piccole cupole, qualcuno chiede permesso. Non c'è fretta. La vividezza di una quiete interiore riverbera negli occhi delle persone. Avanti. Un gruppo di ragazzi canta per Telethon offrendo il cuore tenero della città, ci sono anch'io, dentro il folklore più umano, dentro il soffio di vita arcano.

Momenti. Rigiro tra le dita gli appunti di questa immersione nel mondo editoriale. Se chiudo gli occhi mi sembra di vederli, un filo di lettere che tiro via dalla bocca di Christian man mano che percorre i corridoi di minimum fax.
L'introduzione è un cappello variopinto sulla figura dell'editor, personaggio eclettico dai molteplici interessi. Una sorta di matriosca vivente con gli occhiali, perché uno che fa questo mestiere lo si immagina con gli occhiali, anche Christian ce li ha.
Solito contesto, fattibilità pratica dell'editare. Cavia: Francesco Longo. Giornalista e scrittore romano, introspettivo, disponibile, maglioncino a rombi, senza occhiali*: li ha nascosti sotto il banco. Protagonista: un racconto attempato a cui fare le pulci. I corsisti scalpitano, io con loro. Gli occhi divorano le righe alla ricerca famelica delle incoerenze, poi parte la battaglia. È la battaglia delle molliche di pane tirate a tavola, piccole funi con cui agganciarsi e con affetto, trovarsi a metà strada. Francesco è gentile, accetta i suggerimenti e le domande un po' inquisitorie. Noi siamo i detective e nel suo testo si nasconde il cattivo. Sei proprio sicuro che l'arancione sia il colore più adatto? Potresti riconsiderare l'utilizzo di alcuni termini... quel putrefazione forse non è la migliore scelta lessicale... Sesto rigo, l'indicativo è una scelta stilistica? Lo scrittore appunta su un taccuino le osservazioni, procediamo per immagini, Christian guida il dibattito come un abile stuntman.
Le parole rimbalzano nella stanza creando nuovi collegamenti. “Che cosa vogliamo farne del titolo?” chiede qualcuno. Si alza una mano. “Lo compro io.”
Il racconto si esaurisce, l'inchiostro si spegne, i pensieri no. Nei ricordi, quella morte nel cuore che racchiude, per me, le pagine con cui Longo ha accompagnato il nostro percorso.




*occhiali: strumento per indagare il mondo, scrutatore infallibile dei vizi di forma. Addendi di una nuova dimensione spaziale. Indossandoli sarà possibile vedere oltre la superficie della stoffa e ritrovare gli intrecci del tessuto. Gli occhiali sono il backstage del mondo. Se si vuole semplicemente godere del panorama, basteranno i filtri che l'anima mette ai nostri occhi.