Torna il workshop Lavorare con i libri, a cura di Marco Cassini e Pietro Biancardi.
Qui il racconto apparso su Editorintour della prima avventura a Venezia, nella mitica libreria Marco Polo, una primo incontro sui temi del lavoro editoriale, da cui poi è nata l'idea di costruire un corso che quei temi li approfondisse meglio.
Il workshop, dopo le edizioni di Venezia e di Pavia, torna a Roma, il 20 e 21 settembre 2014.
(la polenta sarà sostituita da un piatto più sureño)
di Pietro Biancardi
Il libraio Claudio Moretti sembra la personificazione del più citato verso di John Donne, e sì che vive e lavora a Venezia. La giornata passata in sua compagnia servirà a chiarire cosa intendiamo.

Nell’epoca in cui ascoltiamo con sempre maggior frequenza pessimistici e a volte oziosi discorsi sull’effetto negativo dei social network sulla reale socialità, questa libreria di Cannaregio ha dato dimostrazione di saper creativamente divenire punto d’incontro nella città. Qui davvero nessun lettore è un’isola. Alla Marco Polo vengono – per incontrarsi! e comprare libri! – non solo gli appassionati di libri e letteratura, ma gli amanti della fotografia (i laboratori tenuti da Marc De Tollenaere sono un appuntamento fisso ormai da diversi anni) e quelli col pallino della musica (c’è anche un corso di armonica, tenuto da Paolo Ganz); la libreria ospita due volte al mese gli incontri dell’associazione Donne di Carta; è una sorta di nirvana per chiunque voglia scandagliare gli scaffali degli «introvabili» (circa metà della superficie è destinata all’usato, sia in italiano che in lingua, con largo spazio alla narrativa angloamericana, ma con alcuni scaffali di libri tedeschi e francesi); ed è perfino punto di consegna per i prodotti biologici di un’azienda agricola locale. Non a caso, il libraio ha dichiarato (forse con un certo intento polemico, o forse semplicemente con giusto spirito d’osservazione): «Una piccola libreria indipendente ha più tratti in comune con una piccola azienda agricola biologica che con una libreria di catena. Un libraio indipendente e un agricoltore biologico non possono competere sul prezzo, non ne hanno la capacità né finanziaria né di dimensione; fanno fatica a dimostrare a parole la differenza fra acquistare da loro e dalla grande distribuzione, bisogna che la gente lo provi di persona; si occupano entrambi di alimenti sani, per la mente e per il corpo».
La sua libreria-orto è molto selettiva. Del resto, sul sito della Marco Polo, in maniera laconicamente diretta la pagina «Chi siamo» afferma: «Data la quantità di titoli che annualmente vengono pubblicati in Italia, è impossibile per una piccola libreria indipendente avere tutte le novità. Abbiamo deciso quindi di tenere solo quello che ci piace». Segue l’elenco di appena una decina di marchi editoriali indipendenti, i prescelti da Claudio per il suo felice «esperimento».

È domenica mattina, e Claudio ha allestito su una cassapanca all’ingresso del negozio una bella colazione rifocillante: un termos pieno di caffè, del latte, due belle torte di mele già affettate e, per i più avventurosi, due bottiglie di vino bianco e dei taralli.
Il pubblico è costituito da un meraviglioso mix di interessi e vicende personali – come dev’essere ogni pubblico, del resto, ma qui c’era molta voglia di raccontarsi, e così abbiamo potuto scoprire chi avevamo di fronte: (tra gli altri) uno studente di cinese che ci consiglia la pubblicazione di un romanzo contemporaneo introvabile; un produttore cinematografico romano con la passione per la poesia; il direttore artistico di un teatro di ricerca; un ex libraio californiano che ora vive a Venezia e fa lo scrittore; un ex libraio veneziano – animatore della gloriosa Patagonia – che ora vive di organizzazione di eventi; uno studente (anche lui americano) che vive e studia in Italia e vorrebbe tradurre la nostra narrativa per il mercato statunitense; e così via.
La mattinata inizia commentando le pagine culturali dei quotidiani e degli inserti culturali domenicali: è bastata un’occhiata alle classifiche di vendita per immaginare che non saremmo sfuggiti a una riflessione su cause ed effetti del lancio della collana a 0,99 euro. E un articolo che riportava gli sconfortanti dati presentati dall’Istat sul disastroso stato della lettura in Italia (oltre il 50% della popolazione dichiara di non aver letto nemmeno un libro negli ultimi dodici mesi) ci ha costretti a dibattere sul (o dibatterci nel?) significato stesso dei nostri mestieri: editori, librai in un paese dove sembriamo essere superflui. Avevamo programmato di parlare poco più di mezz’ora ma le sollecitazioni, le domande, gli spunti del pubblico sono stati così tanti che senza rendercene conto si è fatta l’ora di pranzo.

Non possiamo che fargli i nostri più sinceri auguri, certi che la prossima volta ci vedremo nella nuova sede. Un’isola in più nell’arcipelago di meravigliose librerie di cui stiamo disegnando la mappa con i nostri viaggi in giro per l’Italia.