mercoledì 29 febbraio 2012

L'ingegner Gadda, la meccanica della scrittura e il 29 di febbraio

di Giordano Meacci



Se c’è una qualche bellezza, nel complicarsi la vita: be’ – questo è straordinariamente esemplificato nelle pagine dell’Adalgisa, di Eros e Priapo; o del Pasticciaccio. Una bellezza dolorosa: piena di mugugni e di filologia applicata, di repressioni esplosive dell’es e di ritorni classici pieni di impacci (e inciampi) spiraliformi. Tutto sotto il segno della grazia infantile di chi trovi quindi riscriva un’etimologia. E se si ha la fortuna, di tanto in tanto, di afferrare un qualche gomitolo sintattico, il bordo in fiamme di un incipit, il groviglio commosso di un personaggio minore alle prese con la sua eternità spicciola – Se si riesce a entrare anche per un solo minuto secondo tra le digressioni oleose e borbottanti della meccanica gaddiana. Ecco. È proprio in quei momenti che ci si accorge che l’Ingegnere è come gli arcobaleni non annunciati, la neve d’equinozio, un’eclissi che non si presenti, la Cometa di Halley che, in un secolo di eccessiva pigrizia, prende accordi con una qualsiasi scia luminosa in grado di fingersi controfigura, la nascita attardata di una lingua, il 29 di febbraio. Una specie di magia da proteggere nel cuore e con il cervello: ché da sempre, nelle emozioni, è un organo ingiustamente sottovalutato.
Anche perché, poi, si può iniziare e continuare con Gadda solo indicandolo o riscrivendolo. Mai proseguendolo: sarebbe la fine.




Giordano Meacci affronterà Carlo Emilio Gadda durante il seminario di scrittura dedicato al montaggio e alla struttura, a cura di Carola Susani, che si terrà il 3 e il 4 marzo a Roma.


minimum fax ha appena pubblicato il cofanetto Gadda e Pasolini: antibiografia di una nazione in cui le parole di Carlo Emilio Gadda, insieme a quelle di Pier Paolo Pasolini, lette da Fabrizio Gifuni, diventano un feroce inno d'amore al nostro paese.

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